Sette poesie di Paolo Carnevali

 

Paolo Carnevali
Paolo Carnevali

DI PAOLO CARNEVALI

 

*****

 

Luci come grappoli

si accendono

sui rilievi scuri

vibrazioni e fumo

tra il tempo

in cocktail ansioso

di pioggia sporca.

Qualcosa che aspetto

o che deve arrivare.

E sono presente

nascosto e visibile

come una luce

a grappolo appesa.

Mi è permesso il

discuto del.

Poi vibrazioni e fumo

e ancora il tempo.

E tu la mia tranquilla

speranza, le mie mani.

 
*****

 
Sono uscito.

Gialle foglie attorno.

Questa notte

ci sarà la luna.

Notte pulita.

Domani sarà

come scivolare

su una foglia

sudicia e viscida.

Il mio sguardo

vitreo e freddo

come un clic fotografico.

 
*****

 
Mi ricordo parlammo di gatti,

del tramonto,di un luna park,così

come in un fumetto a colori.

Come due bambini per mano.

Si può rinascere per caso

semplicemente guardandoti

come quei fiori che nascono ovunque

e come nei sogni

immaginare una fiaba:

Roma nei tuoi occhi

era il mondo.

 
*****

 
I dialoghi si riannodarono ancora una volta,

avevamo riempito il tempo,

senza riuscire ad intuire, concludemmo.

Un chiuso orizzonte morto.

Ne eravamo convinti:

gli sguardi finti,i profili assenti,le parole rotolanti.

Osai pensare al poi, ma fu in un attimo

che la sera nascose come sempre se stessa

in un cielo senza stelle,inquadrato nelle finestre.

 
*****

 
Una nebbia nascondeva St.Paul

Londra viveva frenetica la sua guerra urbana.

Come formiche indifferenti al pericolo

parlavamo di pace,della vita che di giorno in giorno,

nascondeva guerre dimenticate.

C’era aria di tempesta in Cannot Street

che muoveva le foglie caduche dagli alberi,

calpestate e portate dal vento.

Una scritta parlava di Missioni di pace,

ci guardammo nell’opprimibile menzogna

di una pace inquinata e ormai bugiarda.

“Dobbiamo costruire una storia nuova,

nuovi stili di vita,rifiutare le armi.”

Dicesti,incrociando il mio sguardo.

“Solo un disarmo mondiale,spezzerà la catena di

morte,la cultura della guerra,opporsi al ricatto

della difesa militare,al pericolo grave, al peso

economico inutile.”  Risposi.

Il respiro si faceva  nuvola di vapore

quando indicasti London bridge.

Mi piaceva quella tua passione

per tutte le cause nobili.

Il mondo non doveva finire nell’incoscienza

di una catastrofe atomica,nella follia di un’altra Hiroschima.

 
*****

 
Sono uscito lentamente

senza fare rumore.

Come il vapore si scioglie nell’aria,

del tutto indifferente

all’indifferenza del mondo.

Ma c’è un lato romantico

regalato dalla vita,

la poesia nascosta nelle piccole cose

anche quelle che offrono tragiche drammaticità

e poca speranza.

la luce mi ha trafitto

rendendo visiva la polvere,abbagliata dal sole

che sembra star ferma: immobile.

Combatto e spero:  prego.

Ma spesso sprofondo nel disastro.

 
*****

 
Ti ho vista passeggiare

velocemente per il corso

nascosta tra un fiume di gente,

ma non ti ho chiamata.

Ho continuato nella mia corrente

frettoloso nel consumare il mio tempo.

Ormai siamo soli e avvolti da ombre

nei giorni di festa sul corso.

E’ come una giostra che gira e stordisce.

Ti ho vista confusa,anche un po sola,

ma questo non l’avresti mai detto

se te lo avessi domandato

non avrei ricevuto risposta: per orgoglio.

ognuno di noi non ama essere ferito.

Ma se per caso avessi accennato ad un sorriso,

avessi teso una mano….

passeggiavo con le mani in tasca

e un passo veloce sul corso,

desideroso di raggiungere casa.

*****

Paolo Carnevali è nato a Bibbiena (Arezzo) nel 1957. Traduttore, aderisce al Movimento per il disarmo unilaterale di Carlo Cassola. Pubblica “I dialoghi di Ebe e Liò”ed. Lalli dal cui testo è stata realizzata una piéce teatrale (1984), nello stesso anno redige “Poetica Città” un poetry-zine adatto alla distribuzione underground. Pubblica in ciclostile “Poesie contro la guerra” distribuite in serate di lettura al The Poetry Cafè of london. Nel 1985 entra nella redazione del “Circolo letterario Semmelweis” di A. Australi a Figline V.no con la presenza di Peter Russell, Giorgio Van Straten, Romano Bilenchi,  Giorgio Torricelli. Pubblica la plaquette poetica “Trasparenze” ed. Tracce (1987) recensita sul Manifesto (1988) e sul Corriere Adriatico (1990). Ha pubblicato su riviste e blog di poesia.

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