“Le iguane non mi turbano più”: Dina Bellrham tradotta da Lorenzo Spurio – alcuni estratti

“Le iguane non mi turbano più”, selezione di poesie di Dina Bellrham, a cura di Lorenzo Spurio, Le Mezzelane Editore 2020

A cura di LORENZO SPURIO

Il dialogo perenne tra l’essere e il non essere; la poetessa onnisciente che a sua volta è la persona e il personaggio della poesia, personaggio parlante e che attua, che se la svigna e si nasconde dietro una donna immaginaria, una donna creata per essere lei, vista come attraverso un vetro, è l’incosciente che a tratti si eleva e dimentica che è lei stessa, che si cerca e non si ritrova, perché se ne andò con l’altra, con quella dalle ali rotte, con quella che si fronteggia e rimprovera per mezzo della sua parola poetica. A volte la poesia ha [la forza] di salvarci, di ritardare il viaggio dinanzi la contemplazione esanime di Thánatos, affidando l’indulgenza al tempo e permette di cadere temporaneamente sotto i deliri ludici di Ipno, con la sua macchina dei sogni diurni e notturni come li classifica Gastón Bachelard: “Il sogno ad occhi aperti, mescolato in momenti di sogno notturno, è quello che genera il segno decisivo per creare… altri mondi possibili nei quali si può abitare”, ma altre volte le parole non sono sufficienti per risparmiarla dall’idea della morte.

Estratto dal saggio preliminare, indicato come prologo, al libro, scritto dalla poetessa e critico letterario Siomara España, docente presso la UArtes – Universidad de las Artes de Guayaquil (Ecuador).

*

Last breath
De Dina Bellrham

[desde Con plexo de culpa, 2008]

¿Un suicidio para contrastar
la fuga incrédula de médulas?
Un mural de bocas enmascarando
tu beso de ciénagas amnésicas.
Único.

Sobredosis de películas mundanas
o de un recuerdo de alevillas
cobijando el estómago
entre postres acres
como si eso me endulzaran las lágrimas…
si terminan en un retrato sódico
cortosionando el mismo miedo
(mi locura saturnal)
que es más cuerda que la bufanda
azul-rojiza de mi cuello.
Única.

Como tu fervor transparente
sin manos, sin pies, sin pestañeos
un halo de dudas mutilando neuronas
mi muerte oxigenada de espinas
cuando ya los pétalos han caído
Únicamente tú.

*

Last breath
Di Dina Bellrham
[da Con plexo de culpa, 2008]
Traduzione di Lorenzo Spurio

Un suicidio per contrastare
la fuga incredula del midollo?
Un murale di bocche mascherato
il tuo bacio di pantani amnesici.
Unico.

Overdosi di pellicole mondane
o di un ricordo di farfalle bianche
offrendo rifugio allo stomaco
tra dolci acri
come se questo mi addolcisse le lacrime…
Se terminano in un ritratto sodico
contorcendo la stessa paura
(la mia pazzia saturnale)
che è più saggia della mia sciarpa
azzurra-rossastra del mio collo.
Unica.

Come il tuo fervore trasparente
le mie mani, senza piedi, senza palpebre
un alone di debiti mutilando i neuroni
la mia morte ossigenata da spine
quando già i petali sono caduti.
Unicamente tu.

*

Suicida
De Dina Bellrham

[desde Inédita Bellrham, 2013, postumo]

Soy una vil asesina… Estoy matando a mi corazón…
Le di el veneno de tus labios furtivos con aquel beso,
le di tus ojos y el sentimiento extraño de una febril ilusión,
le quité la exquisita libertad y lo dejé triste y preso.

Convertí a mi sutil corazón en un aventurero,
le quité la abstinencia, le di las ganas…
Lo llené de besos nuevos y por algo que no quiero,
se creyó el cuento de tus ojos cuando me mirabas…

Y hoy, ¿Qué hago, sin ya está ciego…
Si ya no siente como antes, si ya no sueña…
¿Cómo haré para librarlo de tu sosiego?…
Si no me escucha, si se perdió en tu ilusión extraña.

*

Suicida
Di Dina Bellrham
[da Inédita Bellrham, 2013, postumo]
Traduzione di Lorenzo Spurio

Sono una vile assassina… Sto ammazzando il mio cuore…
Gli diedi il veleno delle tue labbra furtive con quel bacio,
gli diedi i tuoi occhi e il sentimento strano139 di una febbrile illusione,
gli tolsi la squisita libertà e lo lasciai triste e prigioniero.

Convertii il mio delicato cuore in un avventuriero,
gli tolsi l’astinenza, gli diedi le voglie…
Lo riempii di baci nuovi e per qualcosa che non voglio,
si creò il racconto dei tuoi occhi quando mi guardavi.

E oggi, cosa faccio, se è già cieco…
Se già non ama140 come prima, se già non sogna…
Come farò a liberarlo dalla tua calma?
Se non mi ascolta, se si perse nella tua illusione strana.

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Da Le iguane non mi turbano più, selezione di poesie di Dina Bellrham, tradotte da Lorenzo Spurio, Le Mezzelane Editore 2020. L’opera è il frutto di un lavoro di studio, analisi e traduzione dell’opera poetica della poetessa ecuadoriana Edelina Adriana Beltrán Ramos (1984-2011), meglio nota con lo pseudonimo di Dina Bellrham, che, nel corso della sua breve vita, pubblicò le raccolte Con Plexo de Culpa (2008) e La Mujer de Helio (2011). Questa edizione in lingua italiana (la prima opera organica di traduzione della poetessa, già tradotta, per singoli componimenti, in altre lingue) è stata permessa dall’interessamento e dalla fattiva collaborazione della famiglia, nella figura della madre Cecibel Ramos. 

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