
Di SONIA CAPOROSSI
Dal 31 marzo 2016 Maria Federica Maestri e Francesco Pititto hanno lavorato alla direzione artistica di un evento di Lenz Fondazione che li ha visti all’opera sulla tragedia classica Macbeth rivisitata attraverso gli occhi di attori d’eccezione: gli ospiti degli ex Ospedali Psichiatrici Giudiziari.
Questa “nuova ricerca artistica” ha assunto come stimolo creativo “un momento storico di particolare rilevanza in Italia per la gestione sociale della follia”, come tengono a sottolineare gli interessati.
L’evento è stato possibile tramite la collaborazione con la Regione Emilia-Romagna la quale è impegnata da diverso tempo in un’esperienza pilota su scala nazionale “per il trasferimento in nuove strutture di accoglienza degli ospiti finora detenuti negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG)”. Infatti nella provincia di Parma, in particolare nella cittadina di Mezzani, è stata realizzata pionieristicamente una Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza Sanitaria (REMS).
Lenz Fondazione ha in questo senso avviato fin dall’autunno 2015 un laboratorio di ricerca artistica, teatrale e performativa dal titolo Pratiche di Teatro Sociale rivolto agli ospiti della REMS di Mezzani, in collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale dell’AUSL di Parma, sull’onda di progetto ormai di lunga data che è stato realizzato in virtù dell’eccezionale partecipazione di attori ex lungodegenti psichici.
Lenz Fondazione ha quindi effettuato il casting fra gli ospiti della Rems e nel 2016 ha avviato la produzione del Macbeth, dando luogo a una rilettura contemporaneistica del dramma shakespeariano ricolma di vigore drammatico e di alta intensità performativa e comunicativa. Affermano i direttori artistici di Lenz Fondazione Maria Federica Maestri e Francesco Pititto: «I loro volti e le loro voci diventano il transfert visivo ed emozionale della figura tragica di Macbeth e la questione della follia e delle visioni di Lady Macbeth materia vivente, atto violento rimembrato e rielaborato, allucinazione rimessa a fuoco». La ricerca dei due registi li ha portati a delineare ciò che loro stessi definiscono «le linee interpretative, linguistiche e musicali di questa nuova opera di Lenz attraverso gli indispensabili impulsi di chi, rinchiuso per decenni in carcere ci ricorda senza finzione che la vita è davvero un’ombra che cammina e l’attore un povero idiota che fatica a raccontarci il niente»; ciò ha permesso loro di realizzare, con debutto assoluto il 23 giugno, uno spettacolo di grande valore artistico e di impressionante impatto emotivo, di cui auspichiamo repliche dopo l’estate, che ha visto in scena Sandra Soncini insieme ad alcuni attori sensibili della Rems, con il sonoro di Andrea Azzali, spettacolo inquadrato nell’ambito del festival di performing arts Natura Dèi Teatri di cui avremo ancora parecchio da dire in futuro.