Marco Giovenale, “Delle osservazioni”

Di MARCO GIOVENALE, prefazione di PAOLO ZUBLENA

«Delle osservazioni è un libro riassuntivo della modalità di Marco Giovenale che potremmo, sbrigativamente, definire postlirica – parallela o intrecciata che sia, non comunque contrapposta – alla sua produzione più immediatamente riconducibile alla cosiddetta «poesia di ricerca». Naturalmente la ricerca c’è anche qui – in questa operazione di autoantologia e in parte di riscrittura che riunisce Storia dei minuti, parte di Criterio dei vetri e qualche altro sparso membro proveniente da altri volumi. Nei termini di Giovenale, i testi raccolti in questo libro conservano un tratto di assertività (la dantesca «volontade di dire» che contrassegna la poesia lirica – ma più in generale l’arte – occidentale almeno fino alle più recenti ondate di avanguardie letterarie a artistiche, concettuali e oggettivistiche), anche se la revisione tende a limarne la perentorietà. Un tratto residuo che – mentre inibisce la modalità comica, altrove molto attiva in Giovenale – motiva alcuni caratteri salienti di questa poesia, riconducibili alla tradizione modernista: l’adorniano carattere di enigma dell’oggetto artistico; il dominio della terza persona; la costruzione del testo attraverso l’interruzione e la sottrazione (e la loro stessa promozione a tema della poesia). Non sapremmo dire se è qui c’è il Giovenale più avanzato – rispetto alla sua stessa poetica esplicita –, ma certamente c’è non poco del Giovenale migliore che molti di noi hanno apprezzato attraverso gli ultimi vent’anni»

(Paolo Zublena)

Marco Giovenale, autoscatto

Poi l’ultimo

Poi l’ultimo è stato cruciale,
l’ultimo compratore – fa. Per chiarire
sapere la prima volta
(in mezzo secolo, di teatro)
quali fossero i confini della casa,
effettivi, della proprietà, tenuta, lasciandola
si è potuta vedere: intera (altrui). Esattezza, poi
testarda, senza oggetti
nei colori solo millimetrati:
i detriti, il tetro
puro dei dati

*

L’errore

L’errore è nello sguardo
– Adam nell’eden
tutta quella roba a portata
ci voleva un bidone aspiratutto
tutto sommato adesso si sta bene
alla fine, la roulotte
bianca. Il cucciolo tira la gonna a Else.
Lo fissa. Noia dell’ittero.
In un tratto riga il segno:
un pesce sulla lamiera.
Finestrella. Piove a velo sui due tre
ronchi. Le piastre di basalto al largo.

*

Dall’altra parte

Dall’altra parte del fotogramma
il tempo continua in linea retta.
L’acquata – a sciame contro alluminio
giù dal doppio tetto capovolto è dentro
il fosso che la spezza e la preserva.
La durata dell’enigma è gli anni
necessari a rinunciare – con ragione.
Il ratto è nero. Corre in cerchio, accanto.
È la natura della versione. Il paesaggio
fa storia stesura, all’indietro,
all’inverso, pagina-vetro.
È una: varietà della scrittura.
Di questa. Rasura.

(Da Delle osservazioni, Blonk Editore 2021, collana Fuorimenù diretta da Andrea De Alberti)

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