“La scrittura di Sonia Caporossi è mossa dalla necessità di comprendere filosoficamente il mondo, che si dà silenzioso nei suoi nessi, lasciando a noi il compito di decifrare la mappa di una realtà fatta di persone e cose che si muovono (e vengono mosse) stando in relazione. […] Caporossi mette in bilico le parole, i suoi versi – spesso frantumati – sono frasi sul punto di spezzarsi e cadere nel verso successivo, più che andare a capo, duplicando i geyser del tutto involontari della memoria, che interrompono la superficie di una dimenticanza desiderata”. (Maria Grazia Calandrone, dalla Prefazione)
“Narrato in terza persona, ad eccezione del testo iniziale, un prologo che porta come titolo la prima lettera dell’alfabeto greco, α., Taccuino del’urlo di Sonia Caporossi è il resoconto della tenzone tra l’anelito all’oblio e la coazione-coercizione a ricordare, a riportare al cuore.
La prospettiva, dunque, è personale, è quella di un lui che si dibatte tra questi due opposti impulsi alla fine di una storia d’amore. C’è una lei, sì, che interviene, con inserti tra virgolette, una peculiare Euridice che ‘lui’, deluso tuttavia in questa aspettativa, si aspetta che si volti indietro, mentre lei, invece, sussurra «esisti solo tu», una Penelope in aperta ribellione: «Non era mia/ ma solo e soltanto sua/ l’appartenenza.» È una guerra, che si combatte strenuamente a suon di princípi, di scaturigini o, più semplicemente, di punti di vista che roteano pronomi personali e aggettivi impersonali come lame per un duello all’arma bianca. Anche la resa tipografica, con un impatto visivo ‘animato’ e il ricorso a parole evidenziate dal grassetto, dal corsivo, dalla riga segnale di cancellatura, testimoniano della drammaticità del duello.” (Anna Maria Curci, da Poetarum Silva, 23/03/2020)
“Sonia Caporossi svela già nei primi testi i confini della sua poetica di ricerca, che si amplia mescolandosi alle opzioni che i simboli e la vita forniscono, legandosi ai concetti di ricordo, di desiderio, di incostanza, di liquefazione del senso, di inevitabile tradimento della realtà. Tutto questo perché il significato delle cose scivola platonicamente dietro a un velo da cui risuona ed è improbabile un recupero e un’analisi perfetta dei nessi della vita.
In questo movimento verso il significato e in questo tradimento della ragione, si modulano le immagini di Taccuino dell’urlo, nonché tra diversi concetti, come il vuoto e l’assenza; anche la disamina psicologica tocca, in definitiva, un aspetto molto quotidiano della comunicazione degli individui, abituati a viversi in paralleli (scatole d’assenza / riconoscerci a distanza) più che direttamente.
Forse non resta che abituarsi a questo dialogismo tra un significato mai così efficace – o se si vuole un dato di fatto, uno “scacco del matto errante” – e una ragione comunque da perdonare, non essendo capace di prevedere, di guidare fino alla fine, non potendo l’individuo restituirsi all’integrità dopo il termine di qualsiasi analisi sulle “relazioni” umane e sul mistero / incongruenza di fondo dell’esistenza.” (Christian Sinicco, da Poesia del Nostro Tempo, 09/04/2020)

Sonia Caporossi (Tivoli, 1973), docente, musicista, musicologa, scrittrice, poetessa, critico letterario, artista digitale, si occupa di estetica filosofica e filosofia del linguaggio. Con il gruppo di art-psychedelic rock Void Generator ha all’attivo gli album Phantom Hell And Soar Angelic (Phonosphera Records 2010), Collision EP (2011), Supersound (2014), Prodromi (2017), Anatomy of a trip (split con i Da Captain Trips, 2019) e le compilation Fuori dal Centro (Fluido Distribuzioni, ITA 1999) e Riot On Sunset 25 (272 Records, USA 2011). Suoi contributi saggistici, narrativi e poetici sono apparsi su blog e riviste nazionali e internazionali. Ha pubblicato a maggio del 2014 la raccolta narrativa Opus Metachronicum (Corrimano Edizioni, Palermo 2014, seconda ed. 2015). Insieme ad Antonella Pierangeli ha inoltre pubblicato Un anno di Critica Impura (Web Press, Milano 2013) e la curatela antologica Poeti della lontananza (Marco Saya Edizioni, Milano 2014). È presente come poetessa nelle antologie La consolazione della poesia a cura di Federica D’Amato (Ianieri Edizioni, Pescara 2015), in Alla luce di una candela, in riva all’Oceano a cura di Letizia Leone (L’Erudita Edizioni, Roma 2018), in La forma dell’anima altrui. Poesie in omaggio a Seamus Heaney, a cura di Maria Grazia Calandrone e Marco Sonzogni (LietoColle Edizioni, Faloppio CO 2019). Con contributi saggistici, è presente nei collettanei Pasolini, una diversità consapevole a cura di Enzo Campi (Marco Saya Edizioni, Milano 2015) e La pietà del pensiero. Heidegger e i Quaderni Neri a cura di Francesca Brencio (Aguaplano Edizioni, Perugia 2015). Nel 2016 ha pubblicato la silloge poetica Erotomaculae (Algra Editore, Catania), nel 2017 è uscita la raccolta di saggi Da che verso stai? Indagine sulle scritture che vanno e non vanno a capo in Italia, oggi (Marco Saya Edizioni) e nel 2018 ha curato l’antologia La Parola Informe. Esplorazioni e nuove scritture dell’ultracontemporaneità (Marco Saya Edizioni). Del 2019 è il romanzo Hypnerotomachia Ulixis (Carteggi Letterari, Messina) e del 2020 Taccuino dell’urlo (Marco Saya Edizioni). Ha appena pubblicato Le nostre (de)posizioni. Pesi e contrappesi nella poesia contemporanea emiliano-romagnola, scritto a quattro mani con Enzo Campi (Bonanno Editore 2020). Dirige per Marco Saya Edizioni la collana di classici italiani e stranieri La Costante Di Fidia, per cui ha curato La gentilezza dell’angelo, antologia ragionata dello Stilnovo (2019). È giurata del Premio Letterario Il Giardino di Babuk – Proust en Italie e del Concorso Letterario legato al festival di Bologna in Lettere, con il quale collabora dal 2015. Dirige inoltre i blog Critica Impura, Poesia Ultracontemporanea, disartrofonie, tiene la rubrica filosofica Metalogie su Midnight Magazine e conduce su NorthStar WebRadio la trasmissione Moonstone: suoni e rumori del vecchio e del nuovo millennio. Vive e lavora nei pressi di Roma.
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Sonia Caporossi, “Taccuino dell’urlo” (Marco Saya Edizioni 2020)