Cinque poesie inedite di Giacomo Picchi

Giacomo Picchi

Crevalcore

Arrivai il primo giorno d’estate
ma fu piana campagna
filari di pali portavano
lungo gli argini le descrizioni
segnando i margini
alla mietitrebbia.

La pula nel campo non era segno
di crolli. Per il decumano
sentii Crevalcore vicina
camminavo nel telegiornale
che della terra diceva il livore
non mi accorsi
che il paese cresceva di notte
da sotto i portici senza puntelli.

Esperienza

Contemplo
la scelta che mi compie.
Piuttosto meglio
collezionare volti e
darsi alle probabilità con scuse pronte
come se la vita fuori porta
mi desse un’accoglienza indotta
dal rifiuto. La scelta si fa desiderio
evitarla è un gesto ingenuo
omologato
mi faccio forte nella distrazione
di vedere tutto ciò che non è mio
ma che rivendico.
Così ho girato il Mondo e
lui non mi ha mai visto.

Serate sciape

Tacchino e riso bianco, a volte pollo
cuocevo per risparmio di denaro
tempo guadagnato per cacciare
un film che poi non so
guardarmi.
Lo schermo mi rispecchia nel divano e
sembro un personaggio prego
che la preda si riveli
sfogliando copertine nella home.
Lo streaming sarà edotto alla mia voglia?

È detto che in pensione non ci andremo
sarà perché c’è già la nostra mente.

Assedio di passato

Ai bordi noi ma per i segni
siamo vicini negli aggiornamenti
delle bacheche virtuali
dove ti posti incorniciata e
racconti al mondo felicità soffuse.
Rinnegavo ogni tuo senso
bloccando sugli schermi i tuoi sciacalli
tirati per i server gallonati.
Mi affligge l’eccedenza
il tuo infinito assedio di passato e
la cronaca che agita la perdita.
Così mi abbandonava
di allontanarti pure la speranza.

Milano

Chi immaginava a trent’anni
di entrare in sala giochi e
piangere
a fianco del cielo a novembre
decreta il volume del traffico.
Così mi accomodo sulla poltrona
dell’auto che impatta l’acqua
il bilico di fronte sgronda foglie
piove più forte
al bordo della Guastalla, dove credevi
che l’ecografia desse segni importanti
che avresti scelto la Mangiagalli
perché lì nascono i milanesi
senza problemi –
in coda posso dar spazio ai pensieri
il navigatore è connesso
predice dove è meglio passare
nemmeno ai bivi decido
da che parte andare.

____________________________

Giacomo Picchi è nato in provincia di Firenze nel 1987 e vive a Pavia. Laureato in Scienze Politiche, si occupa di Risorse Umane. Le sue liriche sono apparse su riviste online di poesia come Atelier, Inverso e Limes Lettere e sulla rivista Luogos dell’Associazione Culturale Giglio Blu di Firenze (per la quale cura spesso recensioni e note critiche). Nel 2019 ha vinto il Concorso letterario internazionale J. Prevért con la silloge Muri.

Le presenti liriche fanno parte di una silloge ancora inedita.

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