Lorenzo Fava, Quattro poesie inedite

Magritte, Les Valeurs Personnelles

Di LORENZO FAVA

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sembra assurdo
poter parlare di controllo
seduto a pensare su un gioco qualunque
(a scacchi da ragazzo ero invincibile)
e ora che sento urgere
il tempo addosso come unico limite
lo penso vero quel potere verticale che turba l’infinito
e lo fa spazio.

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Dimentica la domanda, fai del tuo presente
la sola partenza, non sia solo apparenza
lo stato d’equilibrio che s’apre sulle cose.
Non retrocedere, non piegarti. Non hai
né vanto né colpa. Ha i solo la premura
di fare bene. L’espressione che si è persa
devi ritrovare, quella perduta sulla sfera
nel cerchio di tempo fuori da ogni possibile
orizzonte contiguo; fai che possano
riconoscere qualcosa d’altro nel tuo canto,
che non abbia a che fare con testo o voce,
come se non facessi altra cosa che dire.

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Sei amore, innocenza nella testa,
accento esplosivo al confine del rigo,
solo spazio possibile e aperto alla leggenda.
Io prego perché sorga il sole domattina,
prendo carico del dubbio che oltre
ci sia qualcosa. Finché ho potere di pensare
la grafia da donna sia il dettaglio
del fango che torna ad essere casa dei fiori.

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La condanna, la colpa della poesia
è lo stare in alto e al tempo stesso
rasa al suolo, nello spazio minuscolo
dell’ombra poter parlare di infinito
e baci rubati, dichiarazioni taciute,
insulti dolci da sembrare carezze.

 

 

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