Dario Falconi, “Delirica”, poesie inedite in calembour

Di DARIO FALCONI

 

Elogio del Fragore 

Per fragore
vi prego
per fragore

 

raccontatemi fragore

per non addormentarmi
Ah, dolce marmellata di fragore
Sfamami!

 

lasciatemi in guerra

 

vi prego

 

fatemelo
questo ultimo

 

fragore

 

Venere, il deserto

 

Chiedo asilo
nido
espatrio
da me

 

Nella terra di Nessuno
un gigante è cieco

 

Venero il deserto
perché niente manca

dove tutto manca

 

C’è nessuno?

 

Tutto mi grava

 

Tutto mi grava
il Grave Groviglio
gronda grane

gravidanze
grevi danze

tutto mi grava
il grande grido

GRRRRRRRRRRRRRRRRRRR!

Gravita
Gravità

Tutto mi grava
Tutto migra

 

Va

 

That’s not the problem

 

D’estate

l’ego

sfilo

del discorso

io go

m’edito

ahi ahi ahi Iago

Otello della gioventù

fari d’ere

l’oso!

 

Osa rotte

Esse o non esse

 

That’s not the problem

 

Lastra stare

 

Non sai che d’ire

perché non sai

che anche d’orme

la strada

ci confonde

le parole

 

lastra

d’armi

radiografia

della guerriglia

 

non parlare

 

scivoliamo

 

quando saremo vivi

 

sarò sarai

sapremo

d’arti

 

allora sì

il ghiaccio

scioglierà

 

nuoteremo ancora

in bicchieri di cristallo

 

Allo scolaro dell’obbligo

(affinché il discolo la smetta di scolare a picco)

 

Raga in riga

regala regola

sgretola

menti

 

i menti

rughe

le menti

roghi

 

lamento

fanta

sia!

 

Molto bere

non c’è mare, grazie

 

di che?

 

dighe

 

A fuoco

metti a fuoco

 

isola

disserta:

 

isola deserta

brucia

senza acqua intorno

 

Ci siamo bevuti il cervello?

 

Isola

diserta

brucia

rompete le dighe!

 

come va prof

 

mare

molto mare

 

Sete

 

fuori di testa

 

Miss Italia?

 

Piccola, latra

latrina

una e trina

madrina

 

Miss Italia?

 

God Fat Her

venere grassa

che cola

 

appicco

in sogno di protesta

la tua lauta laude

unno di Mameli

 

afferro

e a fuoco

sparo

azzero

 

alla testa del mio Platone d’esecuzione

sparirai

latra di sogni

matrigna

cane da guardia

mendica

terra di controllo

 

A te, raggio in vista

imploro

asciuga dal sonno

queste lacrime mediterranee

 

Urali

(anagramma di urlai)

 

Montagne russe

hipp hipp

Urali

 

alta quota

debito d’ossigeno

costa, caro

litorale

 

chi credevi di apparire?

 

Non essere all’altezza

bassa aliquota

villa di lacrime

medico del mutuo

degna sepoltura

 

 

Altezza,

mia maestà

luna punk

disco volante

aliena desolazione

 

Chi credevi di essere?

 

Disfare luce

 

Da farsi

Da far sì

Da far, sì

Lontano

Da for

(da par mio)

Four, seis

Do i numeri

Forse una farsa

For me

Di vita nuova

 

Libertà di Vuoto

 

Vuoto
arrendere
Vuoto
a rendersi all’evidenza
Vuoto
a nulla

sotto sotto
vuoto
aceto
sì aceto, ben volentieri

Vuoto Antonio Vuoto Antonio Vuoto
Vuoto Antonio Vuoto Antonio
Vuoto Antonio Vuoto
Vuoto Antonio

Vuoto

 

Mi Testo [Nascita, Vita, Aspirazione]

 

Test

Teste testé

te stesso

 

D’anni collaterali

 

L’oggi che
di potere
traiettorie
a effetto
s’erra

 

Volenti eri
prego
su plico, su!
grazie
ricevute
pagate
caro funebre
cin cin
Ismi

 

S’era d’estate
re m’imbarca
veni vidi
vici no
l’onta no

 

c’era l’acca
ho, ohhhhh, ho, ohhhhh
colla acca alla gola

 

d’anni collaterali
chi usura
là dura
ma non l’evince

 

la meraviglia
è mare aperto

 

Aleph privativo

 

Privo di senso

il senso della privazione

privato del pubblico

pubblico del privato

 

nostalgia

ressa dei conti

abbandonàti a me

 

Steso

 

leggo Borges

ieri è un altro giorno

non si vedrà

 

O con te o contro di me

 

La scia amo

Il celato

Al cono d’ombra

 

Aspettare

 

D’irti

Vorrei

 

 Mura

 

Voci sepolte
tombale silenzio

le mura

 

Cimitero
di lapidi
ambulanti

inconsistenti grida

le mura

 

la città
millenaria rovina
fa manifesto
l’immortale

trama

 

barbari
deserto
guerriglia
ferocia d’avvoltoio
orrore cannibale

 

Al di là delle mura
e oltre

 

molto oltre

 

L’ontano lontano

 

L’ontano è vicino
m’inalbero
sono l’ontano
sono l’onta
NO

 

avete mai visto l’ontano?
Guardatemi
Io sono l’ontano
Io sono vicino
Ramo del fiume
eremo
l’ontano

Albero della nave
Io sono quella nave sul fiume
Quel ramo sull’albero
Quell’eremo sopra l’albero della nave sul fiume
Non mi avete mai visto?
Non avete mai visto l’ontano
Io sono l’onta
NO
Io sono l’ontano lontano
deriva
mare aperto
capitolo
chiuso
patibolo
forca
boia
forca
miseria
io sono quella forca
assassina
io sono quel boia
forca Troia!

Al rogo!

 

Io sono la miseria
che vede l’ontano

mi specchio
sono l’ontano
lontano
senza radici

 

Non so più chi sono
Sono chi più non sa

 

Tempo al tempo

 

Ora, basta
sei minuto
secondino invertebrato

perdi, tempo

crepa

dalla feritoia
risuonerà il gong definitivo

sarà tumulto
all’ultimo respiro

vinti

cadremo insieme

saremo quello

che i poeti non dicono
fatti della stessa sostanza degli incubi

 

tempo al tempo

 

Vetro di metro

 

Vetro
Vitrea metro

è tutto vetro quello che pensi?

Occhi di vetro
tetro teatro

metro

sottoterra

 

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2 pensieri su “Dario Falconi, “Delirica”, poesie inedite in calembour

  1. Un poeta che cerca senza dubbio l´origine, lo sfondo d´ognuno. Un percorso poetico con parecchie soste di riflessione.

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