
Di DANIELE VENTRE
Nobel a Orfeo. Assediato dalle fan, fugge scortato dai bodyguard.
Conferito il Nobel a Epicarmo. Cratino: “Ormai questo premio è una farsa!”
Premio Nobel a Plotino. Il filosofo rifiuta: “Il denaro non ha anima. Non è per gente di intelletto”.
Nobel ad Aristofane. Il suo rivale Eupoli: “Ah, credevo che stesse per farsi avanti Euripide”.
Conferito il Nobel a Ovidio. Ritira il premio la moglie. Sit-in dei fan del poeta: “Ovidio libero. Ovidio a Roma”. “No error, solo carmen”. Augusto: “Ovidio è in vacanza”. Nessuno ha nulla da obbiettare.
Nobel a Mimnermo. Solone: “Ci ha insegnato tanto. Se lo merita. Solo, un po’ troppo giovanilista”. Tirteo: “Il solito smidollato della Ionia”.
Conferito il Nobel a Nevio per l’impegno politico e la sua satira aggressiva. Dai banchi della maggioranza i Metelli mostrano freddezza. Il poeta: “Da un po’ ricevo intimidazioni”.
Publio Terenzio Afro riceve il Nobel. Commenti razzisti da parte di senatori di origine padana. Scipione: “Provinciali!”
Nobel a Luigi Pingitore. La reazione dell’autore: “Accetto il premio ma per il clima di Stoccolma non sono in the mood”.
Premio Nobel a Eronda. Teocrito: “Saltimbanco”.
Nobel a Pelagio. Agostino, con malagrazia: “Scomunicati!”
Premio nobel per la pace a Renzi… Un momento: disguido. La lettera doveva andare in Uruguay.
Nobel a Derrida, che non si presenta alla premiazione. La cartolina postale che glielo annunciava l’ha trovato assente.
Premio Nobel conteso fra Epicuro e Crisippo. Pirrone: “Io sospenderei il giudizio”.
Riforme: Antifonte indice il referendum. Per il fronte del no, Aristofane presenta la sua ultima commedia: Hoi katanéuontes e hoi psephízontes.
Essenzialmente il Nobel, la grande editoria, la televisione e le altre forme di canonizzazione a beneficio del grande pubblico ci hanno stufato.
Polibio sul referendum: “Tanto alla fine il premier forte finirà per doversi poggiare su un parlamento, e la riforma chiuderà il ciclo come era cominciato”.
Referendum: intervento a caldo di Pisistrato: “Interessante”.
Sul referendum, l’opinione di Tucidide: “Era sul piano della forma giuridica una democrazia, ma di fatto si stava trasformando nel dominio assoluto del primo cittadino… solo che non stiamo parlando di Pericle”.
Solone: “Ma prima di decidere dell’arconte, non sarebbe il caso di ragionare sul debito? Mi pare ci siano un paio di pesi da scuotere”
Crizia e Teramene: due giuristi per il “sì”. Socrate: “Preferirei non sapere”.
Lucano sul referendum. “Chi con più dignità si accosta all’agone? Ognuno si giova del giudice che merita: la causa del sì piace alla Giannini, quella del no a Salvini”*.
*trad.: scarta fruscio e piglia primmera…
Opinioni sul referendum. Senofonte argomenta per il sì; poi diventa advisor di Goldman-Sachs e scrive l’Economico.
Gorgia sul referendum: “la riforma non è una riforma; se lo fosse, non sarebbe effettivamente attuabile come riforma, ma finirebbe per fare l’interesse dei pochi; se anche fosse attuabile come riforma in teoria, chi di dovere non se ne accorgerebbe, perché continuerebbe indisturbato a perseguire il suo utile ai danni degli altri”.
Protagora sull’Anghelos Hesperios (Corriere della Sera): “Di ogni riforma è misura il singolo cittadino: delle presunte innovazioni che tali sono, in quanto lo sono; delle innovazioni che tali non sono, in quanto non lo sono per nulla”.
Carneade tiene un comizio per il “sì” al referendum alle 9.30; poi tiene un comizio per il “no” alle 10,15. Umori a Montecitorio: “Carneade chi?”
Eraclito interviene sul referendum: “no, sì; sì, no: supportando il dissenso di quelli; dissentendo dal consenso di questi”. Socrate: “Qualcuno ha visto un palombaro di Delo?”
31 a.C. Roma. Referendum. Nessuna opposizione. No, proprio nessuna.
Disse sì, e fu monaca per sempre. (cit.)
Eschine da Filippo: endorsement per il “sì”.
Agamennone indice un referendum. Achille si ritira sotto la tenda.
Dissero sì e fu monarca per sempre.
To be continued…