Andrea Silva, Cadorna, 2012

“Quello che vale”, una poesia di Luigi Haamiah Perfetti

Andrea Silva, Cadorna, 2012
Andrea Silva, Cadorna, 2012

Di LUIGI HAAMIAH PERFETTI

Quello che vale
 
Ho scrostato il buio del rimpianto
e le ginocchia diventate 
i santi di gesso di una pieve antica
dondolano al twist. 
 
Ora mi sorridi d’inverno
come se io tornassi dalle Crociate.
Mi lavi i piedi con il tuo cuore spugnoso
e lentamente li asciughi. Il tuo seno
geografico è il friabile terrapieno 
di un’autostrada della pianura padana.
 
Ho voglia di una vasta biblioteca
arresa alle tende nel deserto,
e disegnar monete antiche
davanti un bicchiere di plastica 
pieno d’acqua del Tour.
Il Tour de France con i giudici in motocicletta
sorvegliando la corsa di lato.
 
Parlami di guerre vinte mentre mi riposo.
E non guarirmi se poi ti allontani 
nell’elegante grazia del bisogno. 
(Che ancora il guardarti
scalda l’epoca del precipitare.)
 
E come una pastiglia effervescente 
si scioglie d’estasi nuova in liquida trama
un punto premo sulla tua figura
così desiderata fitta godi, forte ti esclama.
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5 pensieri su ““Quello che vale”, una poesia di Luigi Haamiah Perfetti

  1. e non guarirmi se poi ti allontani
    nell’elegante grazia del bisogno.

    “ti prego non amarmi se non puoi restare”

    bellissima, luigi.

  2. Molto bella, pregna di una sensibilità e delicatezza rare.
    Che grand’uomo devi essere, così, a istinto.
    Ciao, Marco

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